La mia Sicilia
Sicilia:
terra ricca di storia, arte, paesaggi, cultura dell'ospitalità. Terra di
emozioni. La visito in lungo e largo durante uno dei periodi più brutti che io
ricordi, in piena era Covid: agosto-settembre 2020. Il viaggio è per me
un'esperienza quasi catartica, una purificazione interiore che qui assume
caratteristiche molto particolari. Intanto il caldo. La Sicilia in questo
periodo è battuta da un caldo africano che rende l'esperienza dura, scorbutica
per chi, come me, soffre le alte temperature. Ma nello stesso tempo mi rendo
conto che questo clima è parte integrante del fascino dell'isola, ne è quasi
l'essenza più intima. Diversamente la Sicilia non sarebbe la Sicilia, il suo
paesaggio non vivrebbe del contrasto, a volte acuto, tra aridità e fertilità. La
sua stessa storia sarebbe stata probabilmente diversa e pure il carattere dei
suoi abitanti. Accetto quindi con razionale sopportazione la sofferenza dovuta
alle alte temperature, nella consapevolezza che ciò è necessario per gustarmi
la Sicilia nel pieno della sua bellezza. Qui si respira il profumo del passato
e dell'arte che quel passato ha prodotto in varie epoche storiche. La grandiosa
bellezza dei resti delle città greche, quella stupefacente dei mosaici, da
quelli romani di Piazza Armerina a quelli bizantini della cappella Palatina a
Palermo o del duomo di Monreale; le architetture barocche di Noto e Modica; le
strutture urbanistiche della Kasbah di Mazara, di Ragusa Ibla, di Ortigia. Qui
si respira il fascino selvaggio della natura, in certe splendide calette che si
aprono alla vista del viaggiatore affacciate su un mare dai molti colori, nei
promontori che rompono le linee di costa emergendo dal mare con prepotente
magnificenza. In particolare di fronte alla maestosità dell'Etna, vero centro
dominante dell'isola. Qui si fa esperienza dell'ospitalità calorosa e genuina
di un popolo abituato da sempre a confrontarsi con lo straniero. Si gustano
cibi in cui si mescolano tradizioni culinarie diverse e che profumano di odori
speziati che sono una delle essenze di questa terra generosa. Ho cercato di evitare di scattare cartoline
dei luoghi visitati. Non lo sentivo necessario, c'è chi lo sa fare meglio di
me, e non è nelle mie corde emotive. Ho
cercato di trasformare in immagini sensazioni, emozioni, accenni di riflessione
suscitati da ciò che mi circondava. Quello che ne è venuta fuori è l'impronta
di una Sicilia che non si trova sulle riviste o nei documentari; una Sicilia
che a volte si fa pretesto, che va scovata nei meandri dell'immagine, una
Sicilia molto personale, per l'appunto la mia Sicilia.